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Come la pandemia ha cambiato il calcio

Da quando è arrivato il Coronavirus il calcio non è stato più quello che conoscevamo prima. Come tutti settori e tutti gli sport in Italia e nel mondo, anche il pallone è stato costretto a fermarsi nel culmine della pandemia, con tutte le partite di club e nazionali sospese e rimandate. Gli attesi campionati europei previsti nell’estate del 2020 sono stati rimandati al 2021, mentre la Serie A è stata terminata in agosto, così come le coppe europee.

A settembre, la stagione 2020/2021 è iniziata tra mille incognite e, a seguito della seconda ondata di Covid-19, è stata anch’essa fortemente condizionata. Ma in generale è l’intero mondo del calcio ad essere cambiato, dagli stadi senza pubblico al calciomercato privo degli eccessi del passato: vediamo quali sono stati i cambiamenti più significativi.

Il calcio giocato ai tempi del Coronavirus

Nelle partite giocate a livello professionistico sono tante le misure introdotte per poter continuare a giocare in sicurezza ai tempi del Coronavirus.

Stadi a porte chiuse

Con la ripresa del campionato e delle coppe europee, per i tifosi è cambiata la modalità con cui seguire e supportare la propria squadra. Gli stadi, infatti, ospitano esclusivamente partite a porte chiuse, cioè senza tifosi sugli spalti: a risentirne non sono stati solo i supporter, ma anche gli stessi giocatori che non possono più contare sul supporto della “curva” nelle partite in casa.

Per i tifosi, l’unica soluzione per rimanere in contatto con la propria squadra è seguire le partite in tv da casa o in streaming (nemmeno andare al bar è consentito, in base alle restrizioni in vigore in molte regioni). Un modo alternativo è rappresentato dalle scommesse sul calcio attraverso le migliori piattaforme italiane, recensite e valutate sul sito truffa.it. Il settore del gambling online, infatti, non ha risentito delle diverse misure restrittive in vigore ed anzi ha visto una crescita durante il lockdown.

Misure di prevenzione e sanificazione

Dal momento che è uno sport di contatto, con la pandemia di Coronavirus il calcio è stato costretto ad introdurre delle misure per prevenire il contagio anche tra gli stessi giocatori. Tra queste c’è anche la sanificazione dei palloni che vengono utilizzati durante la partita. Il protocollo è rigidissimo e se il pallone dovesse finire al di fuori dell’area di gioco (ad esempio nel fossato, negli stadi dove è presente) non potrebbe più essere utilizzato. Anche gli interi impianti sportivi sono sottoposti a sanificazione, in particolare negli spogliatoi ed in tutte le aree al chiuso.

Nuove regole in caso di contagi

Per quanto riguarda i contagi, qualora venissero individuati dei positivi al Covid-19 nella rosa giocatori, la Lega Calcio ha introdotto un apposito protocollo, valido per la Serie A ma anche per le altre divisioni come la Serie B o la Serie C, in base al quale il club coinvolto può continuare a disputare partite in campionato fino a quando ha la possibilità di schierare 13 calciatori (tra cui un portiere).

Inoltre, se un club ha dieci o più calciatori contagiati ha il diritto di richiedere il rinvio della partita, ma solo una volta nell’arco di tutta la stagione. Se decide di non scendere in campo, viene assegnata a tavolino la sconfitta per 0-3.

Cinque sostituzioni

Con la situazione generata dalla pandemia a cambiare sono state perfino le regole stesse del calcio. A partire dalla ripresa delle partite ufficiali nel 2020, l’IFAB (International Football Association Board, cioè l’ente che stabilisce le regole di gioco) ha deciso di consentire fino a cinque sostituzioni in ogni partita e non tre come si è sempre fatto.

La motivazione di questa scelta è dettata dalla necessità di tutelare maggiormente la salute dei giocatori. Con le numerose modifiche al calendario legate alle misure restrittive in vigore oppure al rinvio dell’incontro per eventuale contagio, ai calciatori è richiesto di giocare diverse partite ravvicinate, che riducono il periodo di preparazione e di recupero. La modifica, di carattere temporaneo, è stata successivamente prorogata fino al 31 luglio 2021 per tutte le competizioni ad eccezione dei tornei internazionali, che per i quali sarà valida fino alla fine di agosto 2021.

Il calciomercato non è più lo stesso

A cambiare non è stato solo il calcio sul terreno di gioco: anche la stessa industria è stata costretta ad adattarsi alla nuova situazione. La sospensione delle competizioni e l’assenza del pubblico negli stadi hanno rappresentato un colpo durissimo per il sistema calcio dal punto di vista economico, con perdite fortissime per tutti i club.

Questa situazione ha avuto immediate conseguenze anche sul calciomercato 2021, che è stato guidato da principi di prudenza finanziaria. La crisi di liquidità delle squadre ha obbligato ad adottare una serie di accorgimenti che prima erano tipici solo delle squadre in difficoltà, mentre ora sono utilizzati anche dai club più blasonati.

Sono aumentati gli scambi ed i prestiti di giocatori, con diritto o con obbligo di riscatto, e in generale viene adottata una semplice regola: prima si vende, poi con quello che si ottiene si compra. Perfino il Real Madrid ha messo in vendita diversi cartellini per poter finanziare i nuovi acquisti: fino all’anno scorso sarebbe stato impensabile. Un altro principio è quello della necessità: vengono comprati sono i giocatori che servono assolutamente ad una squadra, altrimenti si cerca di valorizzare la rosa esistente.

Come sarà il calcio dopo il Covid?

Non sappiamo quanto durerà la pandemia e di conseguenza nemmeno fino a quando ci saranno i suoi effetti sul mondo del calcio. Molti auspicano che i cambiamenti avvenuti siano solo temporanei e che presto si possa tornare a vivere il calcio come lo abbiamo sempre conosciuto. Staremo a vedere.

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  Scritto da La Redazione il 12/05/2021
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