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La preparazione pre-campionato: i consigli di Riccardo Spurio

Tempo di ritiro e preparazione pre-campionato: il noto preparatore atletico spiega come approcciare al meglio questa fase così importante della stagione

ASCOLI PICENO. Il calcio giocato sta per riaccendere i motori, già dalla seconda metà di luglio moltissime squadre si ritroveranno per la preparazione pre-campionato. Momento determinante dell’intera annata nella quale si definiscono i destini di molte squadre. Come prepararsi al meglio per la nuova stagione? E’ la domanda che tutti nell’ambiente calcistico si pongono, e che abbiamo rivolto è un esperto in materia come Riccardo Spurio (foto): preparatore atletico che vanta una lunga esperienza con Sangiustese, Fermana  e settore giovanile dell’Ascoli Picchio (solo per citarne alcune), reduce da una settimana in Inghilterra al West Ham, dopo l’esperienza sempre in terra inglese con il Portsmouth.

Spurio, preparazione come momento fondamentale ma occorre anche presentarsi in una certa condizione.
“La fase di transizione tra il termine del campionato e l’inizio della nuova stagione è fondamentale. Occorre un po’ staccare la spina, allentando i carichi come normale che sia ma senza mai staccare la spina con attività parallele: ad esempio nuoto, bicicletta o tennis. Per i più giovani invece è necessario lavorare sulla forza”.

Arriva poi la preparazione vera e propria: quanto è importante?
“Indubbiamente il periodo più importante della stagione, direi determinante. Il concetto fondamentale è quello di alternare al meglio, individuando il giusto equilibrio, tra i lavori con la palla e quelli a secco, ovvero senza il pallone. Un lavoro di base e sulla resistenza è comunque una precondizione importante. Poi si passa alla rapidità e alla trasformazione dei carichi su un lavoro di maggiore intensità”.

C'è poi la questione legata alle amichevoli: quando è meglio iniziare a farle?
“I professionisti hanno tour promozionali da fare e dunque iniziano molto presto e quindi il discorso si diversifica. In linea generale, a mio avviso, è bene iniziare dopo una settimana e con un livello dell’impegno che va gradualmente ad alzarsi. Sempre tenendo conto dei carichi che stiamo mettendo".

La specificità di ogni atleta può portare ad un lavoro diversificato?
“Certamente sì ed è un lavoro che ultimamente abbiamo messo in atto con il settore giovanile dell’Ascoli. E’ chiaro che un esterno di corsa e un regista di centrocampo hanno raggi d’azione differenti e una capacità di corsa richiesta ben diversa. Si tende quindi a specificare il lavoro singolarmente seconda il fisico del singolo giocatore, del ruolo che va a ricoprire e delle sue caratteristiche organiche”.

Preparazione ma anche allenamenti durante la stagione. Quali differenze?
“Durante l’anno sei portato a dover lavorare fisicamente di meno per questioni di tempo a disposizione, di recupero e anche perché ci sono le partite da disputare. Ecco dunque che va conciliato tutto questo con una distribuzione dei carichi, sempre mediando tra pallone e lavoro a secco, per sfruttare al meglio anche il lavoro settimanale”.

Questione infine che sta a cuore a tutti, quella degli infortuni. Come è possibile prevenirli?
“Premessa: infortuni ci sono sempre stati e sempre ci saranno, sono una parte di questo sport e sono inevitabili. Si può lavorare e molto sul come limitarli al massimo. In quest’ottica la distribuzione dei carichi tra lavoro tecnico e fisico, tra partite e fase di recupero rende meno traumatica la questione legata agli infortuni. Occorre in ogni caso mediare ogni singolo aspetto e variare la tipologia di lavoro con particolare attenzione all’equilibrio esistente tra lavoro a secco e lavoro con il pallone”.

 
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  Scritto da La Redazione il 04/07/2015
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